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Prezzi, materie prime, prospettive per il 2021 nel mondo dell’acciaio.

È un periodo caratterizzato da tensioni di vario tipo, anche nel mercato del filo d’acciaio. Prezzi in aumento, carenza di materia prima, grandi aspettative per i mesi a venire. Vi segnaliamo un’interessante intervista rilasciata dal Sales manager  di  ITA Spa Pietro Spina.

Cosa c’è dietro questa impennata dei prezzi? 

Diverse ragioni. C’è una carenza generale di vergella, a fronte di una domanda alta, soprattutto per quanto riguarda l’acciaio a basso tenore di carbonio, con conseguente impennata dei prezzi. Situazione che spinge verso l’alto anche i prezzi dell’acciaio a medio/alto tenore di carbonio. Dietro ancora ci sono altre motivazioni concomitanti. I produttori di acciaio, che stanno a monte, hanno chiuso il 2020 non sicuramente in positivo; questo perché c’è stata una forte contrazione della domanda a livello globale (nel periodo marzo – maggio 2020) e sono mancate proprio le quantità, contestualmente ad un aumento dei costi delle materie prime: minerale di ferro, rottame… La spinta alla decarbonizzazione sta obbligando le aziende siderurgiche ad una riorganizzazione dei cicli produttivi, obbligandole ad investimenti importanti. La Cina ha ripreso a crescere e a “consumare” acciaio diminuendo notevolmente la quota di export, soprattutto per quanto riguarda l’acciaio a basso tenore di carbonio, e ha contribuito anch’essa a smuovere gli equilibri mondiali e a causare una minore disponibilità sul mercato europeo. Insomma, tutti questi fattori hanno concorso più o meno equamente alla volata dei prezzi cui stiamo assistendo oggi.

C’è un aspetto speculativo?

In parte sì, anche se per il momento sembra giustificato, almeno all’80%, da quello che dicevo in precedenza sui produttori di acciaio.

Da parte vostra, come si ripercuotono questi aumenti nel costo della vergella sui vostri prezzi?

Molti clienti sono a conoscenza del fatto che alla base degli aumenti ci sono gli incrementi delle materie prime come iron ore, rottame, ecc. e quindi sono predisposti ad accettare un ritocco sui prezzi del filo finito. Purtroppo è già dal Q4 del 2020 che la vergella è in continuo aumento mentre noi nello stesso periodo abbiamo mantenuto i prezzi più o meno invariati. Di conseguenza oggi siamo in ritardo sull’applicazione degli aumenti e non siamo più nella condizione di assorbire questi ultimi nelle trattative con i clienti. Ci rendiamo conto che alcuni di loro hanno problematiche finanziarie, perché non adeguatamente supportati, ma oggi ci vediamo obbligati ad applicare tutti i rincari subiti finora a costo di dover rinunciare piuttosto ad ordini perché le marginalità si sono troppo ridotte.

Domanda da un milione di dollari: fin quando durerà?

L’analisi storica ci direbbe che dovrebbe esserci una discesa o un assestamento di prezzo a ridosso delle vacanze estive, considerando l’attuale curva di crescita; ma purtroppo la pandemia ha cambiato tutte le carte in tavola. Prendiamo l’automotive, che veniva già da un anno negativo. Con l’incertezza normativa ed economica le immatricolazioni e l’attività produttiva in questo campo sono notevolmente scesi nel 2020. Tuttavia sembra che si stia cercando di rivitalizzare la domanda; e oggi bisogna dire che i numeri a livello produttivo sono molto positivi, cosa che però non si può affermare per le nuove immatricolazioni. Le costruzioni: tutti sappiamo che si sta attivando una grossa macchina legata al discorso dei fondi europei. Sessanta opere pubbliche strutturali dovranno essere completate entro il 2026: questo significa che potremo vivere alcuni anni legati ad un nuovo “boom” di crescita, che inevitabilmente porterà con sé altri settori, come quello elettrico e delle telecomunicazioni. Tutto questo fa pensare che i prezzi non torneranno giù molto presto.

Vista la scarsità di materiale sul mercato, avete fatto cambiamenti nella scelta dei vostri fornitori?

Sicuramente l’intenzione è quella di non voler cambiare i rapporti con i nostri fornitori storici, anche se allo stesso tempo ci sono state nuove aperture. Siamo sempre aperti per cercare di incrementare sempre più il nostro livello di affidabilità e di qualità.

Non ne abbiamo ancora parlato finora: ma per voi com’è andato il 2020?

È stato un anno particolare per tutti, ma tirando le fila possiamo dirci soddisfatti del lavoro svolto: a livello di quantità come ITA Spa abbiamo chiuso quasi in pareggio con l’anno 2019 attestandoci tra le 50 e le 60mila tonnellate prodotte. Per questo risultato dobbiamo dire grazie ai clienti che ci hanno supportato, sia italiani che esteri. Con alcuni clienti storici il rapporto si è ulteriormente rafforzato, andando a supplire quello che è mancato come domanda generale; siamo stati premiati perché abbiamo potuto sempre garantire la supply chain: lavorando per il medicale, l’elettrico, settori strategici, abbiamo avuto l’opportunità di continuare la produzione praticamente senza mai fermarci. Sicuramente la proprietà nella figura di Andrea e Gianni Beri, sempre presenti in azienda anche nei momenti più duri, ha supportato in ogni momento sotto tutti gli aspetti l’attività produttiva, dando grande esempio di dedizione al lavoro. Esempio che è stato recepito in totum dalla nostra forza lavoro, alla quale dobbiamo un ringraziamento speciale poiché ha risposto positivamente anche nei periodi più bui, dimostrando un grandissimo senso di responsabilità e attaccamento all’azienda.

Qual è stata la vostra quota di export?

Attorno all’80%. Abbiamo incrementato tanto tutto ciò che è extra-UE, come per esempio la Russia.

Progetti per il futuro?

Attualmente il progetto più grande è quello di affrontare giorno per giorno la realtà che tutti stiamo vivendo. Sicuramente abbiamo il nostro sguardo rivolto anche verso il futuro, che ci porta sempre a far tesoro delle nostre sconfitte per poter sorpassare quelli che sono i nostri limiti, in modo da accettare le nuove sfide che ci si presenteranno.
Di progetti ce ne sono molti ma purtroppo hanno subito un fisiologico congelamento a causa del Covid-19. Diciamo che l’intenzione è sicuramente quella di incrementare la produzione, dando un servizio sempre più efficiente ai nostri clienti. In ogni caso servizio e qualità: sono e saranno i due assi portanti per tutte le nostre scelte.